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Seccheto
La frazione del Seccheto, poco distante da quella di Cavoli, ha anch’essa un passato legato strettamente alle numerose cave di granito attive fin dall’ epoca romana. Il recupero sulla sua spiaggia di una ara votiva dedicata a Ercole da Publio Acilio Attirano, prefetto di Roma nel II sec. D.C., oggi conservata nel museo archeologico di Portoferraio, ma anche un busto granitico, probabilmente coevo, purtroppo scomparso, testimoniano la presenza di scalpellini fin dall’epoca romana.
Nel XII sec, la Repubblica di Pisa fece estrarre numerosi manufatti per ornare il duomo ed il battistero di Pisa, specialmente grandi colonne, come documentato da una lapide dedicata a Buscheto, responsabile dei lavori per la costruzione della basilica.Nei secoli scorsi, gli abitanti del piccolo nucleo di modeste casette poste ai lati del fosso di Vallebuia, si sono dedicati alla estrazione dei graniti ed alla cura dei vigneti ricavati con grande fatica lungo le pendici della valle.
Mancando la strada di collegamento con il porto di Marina di Campo, i manufatti venivano imbarcati su piccoli bastimenti da carico, ancorati a ridosso della scogliera.
Negli ultimi decenni l’industria turistica ha progressivamente mutato le abitudini degli abitanti del Seccheto, determinando così la drastica riduzione della forza lavoro nelle cave di granito e nei vigneti dalla cui coltura si producevano ottimi vini.